mercoledì 7 ottobre 2009

Iscrizioni AIAP a Napoli














Cari Soci, qui sotto alleghiamo la lettera che i firmatari hanno appena inviato al Presidente Beppe Chia ed al Consiglio Direttivo, in merito alla notizia http://www.aiap.it/notizie/11651 che annuncia la possibilità di iscriversi ad Aiap, a Napoli, durante lo svolgimento di \ DESIGN X – Settimana Internazionale della Grafica. \


Caro Beppe e amici del Consiglio,

apprendiamo dal sito l’iniziativa di accogliere le iscrizioni

all’Associazione a Napoli.


Questa modalità priva le situazioni locali del loro valore di rappresentanza

che, al di là della presenza o meno delle Delegazioni regionali, è un valore

e punto di riferimento preciso nel nostro statuto e nella nostra storia.

Inoltre questa è stata una prassi che in uso da decenni ha consentito

all’Aiap di crescere, creare nuovi collegamenti, stringere nuovi rapporti.


L’immagine dell’Associazione che offre in modo così banale l’iscrizione

viene indebolita in modo grave e a molti punti che condizionavano la

possibilità di accedere all’Associazione viene sottratto valore.


Vi chiediamo di soprassedere a questa inusuale iniziativa tanto più

inopportuna se lanciata da un Consiglio in scadenza a due giorni dalle

elezioni per il rinnovo.


Comunque come prescritto dal “Regolamento per l'ammissione alle categorie di adesione all'Aiap – art. 1.2 Il colloquio di ammissione” i candidati riceveranno la risposta dal nuovo Consiglio Direttivo e quindi non potranno partecipare alla votazione di domenica.


Ci risulta inoltre che numerosi soci sono in attesa da tempo di una

convocazione per l’ammissione all’Associazione e non è certo una buona

immagine per Aiap non dare a loro alcuna risposta (avrebbero forse potuto

partecipare all’Assemblea e alle elezioni) e invece indire una sessione per

chi ha il privilegio di poter essere a Napoli.


Si potrebbe forse sottolineare sul sito che a Napoli l’Aiap raccoglierà le

domande di adesione che saranno esaminate rapidamente.


Buon lavoro


Firmatari

Cristina Chiappini, Mario Fois, Gio Fuga, Claudia Illuzzi,

Alberto Lecaldano, Massimo Porcedda, Mario Rullo

9 commenti:

  1. Questa iniziativa del Consiglio va nella direzione esattamente opposta a quella di creare autorevolezza intorno all'Associazione. Come ho già detto mi sembra che i requisiti per l'ammissione siano già molto vaghi (vedere quelli dell'ADCI, tanto per fare un esempio).
    Mi sembra un'iniziativa per fare cassa, ma con scarsa visione del futuro.
    Serve qualità, non solo quantità.

    RispondiElimina
  2. ... concordo pienamente, con quanto hai scritto, Gianluca...
    fare 'cassa' e basta non è mai una cosa virtuosa proiettata nel futuro...
    ha sempre, e soltanto, un obiettivo immediato, circoscritto, e poco 'nobile' (aggettivo desueto...), che certo non va nella direzione, auspicata da tanti, di aumentare l'autorevolezza di Aiap;
    staremo a vedere...

    saluti
    Massimo Porcedda

    RispondiElimina
  3. in occasione di Design Per abbiamo svolto – vado a memoria – tre colloqui a colleghi che avevano fatto richiesta di iscrizione ad AIAP.
    dei tre richiedenti, due sono stati ammessi, uno no.
    delle commissioni hanno fatto parte, oltre il sottoscritto, Fabrizio Rossi, Lucia Roscini, Mario Fois e Cinzia Ferrara.

    i nuovi iscritti saranno effettivamente soci AIAP a partire dal 1mo gennaio 2010, per tanto non avrebbero cmq potuto partecipare al voto dello scorso 11 ottobre (tra l'altro non vedo come 2 o 3 voti avrebbero potuto spostare gli equilibri, passatemi questa considerazione come una battuta).

    proprio nei mesi scorsi, cosa che avevo condiviso con il consiglio direttivo attualmente uscente, avevo partecipato a un incontro pubblico (e pubblicizzato sui media AIAP e non solo – vd. a titolo di esempio http://sdz.aiap.it/notizie/11090) a Cava de' Tirreni, in occasione dell'inaugurazione di Creatives are Bad il cui obiettivo era di comprendere le ragioni di una scarsa presenza di AIAP al sud e in particolare in un territorio ricco di professionisti più o meno giovani come la Campania.
    all'incontro parteciparono, tra gli altri, Pino Grimaldi, Franco Rotella, Francesco M. Giuli.
    al di la delle ovvie ragioni legate al territorio e all'economia locale, emersero questioni legate alla presenza "materiale" di AIAP sul territorio, ovvero a una carenza di "interfaccia" tra l'istituzione AIAP e i colleghi (soci e non soci), in grado di informare, coinvolgere, attivare.

    penso che quante più occasioni si possano creare per avvicinare nuovi soci ad AIAP, tanto più l'associazione guadagna in credibilità e visibilità.
    sempre mantenendo i livelli delle discussioni e delle selezioni qualificanti e qualificate.

    ma non si può certo far finta davanti al fatto che al sud (isole comprese) i soci sono 1/7 del totale !!!! un dato che non restituisce la realtà della produzione e della qualità, per non menzionare le scuole e la ricerca.
    credo ci sia da meditare.

    Francesco E. Guida

    RispondiElimina
  4. Caro Francesco,
    colgo l'occasione per risponderti direttamente, perché sai della mia stima nei tuoi confronti, che nasce ben prima della mia iscrizione ad Aiap quale socio professionista (in relazione ai tuoi interventi sulla rivista GUD, che allora pubblicavo, ed ai ns contatti mail), e che più volte ti ho espresso, anche di persona, in occasione del primo corso di Typedesign a Milano, quando ho assistito alla cerimonia di chiusura, e ho constatato personalmente l'alto livello espresso dal corso...

    quindi niente di 'personale', ma solo una questione di metodo...

    il problema non è quello di "spostare gli equilibri" (tu stesso dici di fare una battuta), ma di ribadire le regole che governano l'Associazione...
    (anche se, analizzando il flusso di voti, potrei dirti che per 2 o 3 voti io ed altri non saremmo stati eletti... dipende da quali equilibri consideri... anche tu passami questa come una battuta...)

    Il problema è piuttosto quello di occupare fisicamente uno spazio vuoto nel territorio, e non solo al Sud (se non in particolare) dove Aiap non 'incontra' i grafici (AIap e non), e non è in grado di "informare, coinvolgere, attivare"?
    concordo pienamente...

    però molti non ritengono affatto che offrire l'opportunità (più veloce? semplificata rispetto al modo tradizionale? come la definiresti?...)
    di iscriversi ad Aiap nel corso della settimana napoletana vada opportunamente nella direzione auspicata...

    tu sai che sono tante e altre le cose che devono essere urgentemente fatte per raggiungere questi obiettivi comuni e condivisi da tutti...

    snellire e semplificare, o velocizzare se vuoi, il processo di iscrizione ad Aiap non credo sia lo strumento primario per avvicinare nuovi soci, e per far sì che Aiap acquisisca credibilità e visibilità maggiori... tu stesso affermi che i colloqui sono stati 2, o 3...
    pare dunque non si sia riusciti ad 'accendere' un qualcosa...
    sarai d'accordo?
    al contrario, molte persone attendono da mesi una convocazione, come già è stato detto...

    ed ancora: una questione di 'stile'...
    è stato già eccepito che la notizia (http://aiap.it/notizie/11651/) delle Iscrizioni a Napoli non è stata condivisa da tanti per il tipo di approccio, un po' propagandistico e un po' troppo semplificante (e banalizzante) di tutto il processo di iscrizione ad Aiap, il cui ultimo passo è il colloquio, anche un po' 'rituale', quindi ufficiale ed importante...
    (tra l'altro: lo ZIO SAM ha colpito molti, ma negativamente)...

    ti prego di non considerare tutto questo mera forma, ma sostanza...


    ti saluto sperando che tu voglia continuare questo e altri scambi di idee in tutti il 'luoghi' che riterrai opportuni

    Massimo Porcedda

    RispondiElimina
  5. Caro Massimo,
    avremo sicuramente modo di confrontarci ancora su questo e altri temi durante le prossime riunioni del Consiglio Direttivo.
    sicuramente negli ultimi 3 anni sono emerse molte questioni in AIAP che in precedenza non sono state affrontate o sono state dimenticate. posso condividere la critica a una scelta poco felice di una immagine – lo zio Sam – ma inviteri anche a considerare le cose con un pizzico di ironia.
    ho già precisato che l'invito a presentarsi a Napoli non sottointendeva alcuna azione semplificante o banalizzante. per di più si trattava di aspiranti soci attivi sul territorio campano, che, come tutto il sud soffre di una penuria che rende spesso difficile organizzare colloqui nei tempi opportuni.
    che poi vi siano richieste provenienti da altre regioni che languono, generalmente la segreteria cerca di evadare tali richieste nell'arco di 4/5 mesi, sempre che sul territorio vi sia disponibilità. sicuramente le aree più attive e in cui con maggiore frequenza si organizzano colloqui sono Milano, Roma, Bologna e il tentativo di Napoli era appunto quello di recuperare domande rimaste in attesa, su Napoli, per un lungo periodo. tant'è che erano state organizzate in giorni in cui era difficile ipotizzare la presenza di richiedenti provenienti da altre regioni (mercoledi e giovedi).
    a memoria però ricordo che in passato AIAP ha applicato criteri di reclutamento decisamente più disinvolte: ad esempio una 15ina di anni fa a Roma furono iscritti "d'ufficio" tutti gli studenti dello IED tra cui l'attuale vice-presidente e Daniela Piscitelli – le quali, guarda caso, sono tra i pochi superstiti di quella infornata –... come giudichi un tale comportamento ? io personalmente non lo giudico, credo che le cose vadano valutate obiettivamente, purchè le finalità siano chiare. L'associazione deve crescere per poter dialogare con le istituzioni, con le aziende, per sostenere se stessa; credo ci siano tutti i margini per essere il reale riferimento per chi si occupa di comunicazione visiva.
    sugli obiettivi condivisi e condivisibili da tutti ho raccolto diverse opinioni, sul territorio, da parte di soci e non soci, di cui rendo in parte conto nel precedente post. io credo in una Associazione – che è culturale e professionale – in grado di essere presente e di far sentire la voce dei soci e di una categoria scarsamente considerata da istituzioni e aziende. e per fare questo occorre percorrere molte strade, alcune delle quali possono anche apparire impopolari.
    personalmente a me interessa lo stile, ma soprattutto la sostanza, criterio che cerco di applicare, con tutti i limiti, a me stesso. in certi casi lo stile non è sufficiente.
    chest'è !
    scusa la prolissità, spero ci si capisca qualche cosa.
    un cordiale saluto e a presto,
    Francesco E. Guida

    RispondiElimina
  6. caro Francesco, quella che indichi come prolissità è per me volontà di dialogo e di incontro, di cui ti ringrazio... (anche se detto da un 'prolisso' come me ha un valore relativo)...

    ma sì, niente 'drammi' sullo Zio Sam, ben venga l'ironia... vuole essere solo una critica costruttiva, per individuare scelte e comportamenti il più possibile condivise all'interno dell'Associazione...
    non giudizi, ma spirito critico... c'è una differenza sostanziale...

    di questa cosa dello IED (iscritti tutti gli studenti d'ufficio), la apprendo da te ora... però, credo (vado ad intuito) forse c'era un discorso più ampio, nella 'relazione istituzionale' con lo IED, e poi 'era' 15 anni fa, quando Aiap nasceva, ed in tutt'altro contesto... situazioni molto differenti dall'odierna realtà di Aiap...
    mi sembra una differenza concreta...

    ma tu stesso, pur non giudicando quella situazione, esprimi comunque delle perplessità, definendo quell'operazione (ed altre?) 'disinvolte'... (comunque, pur se tra i pochi superstiti, siamo tutti ben felici di annoverare personalità come quelle di Cristina Chiappini e Daniela Piscitelli, credo...) :-)

    concentriamoci dunque, con spirito critico e massima condivisione, a far sì che la ns professione sia finalmente considerata come deve... ed approntiamo tutte le azioni possibili...

    concordo sul fatto che, a tratti, lo stile possa non bastare: l'importante è però non sacrificarlo totalmente sull'altare di una prassi che non può essere fine a se stessa, a costo di scelte 'impopolari', come le definisci...

    la cosa più importante, ben espressa dalla mail di benvenuto al nuovo CD del Presidente Beppe Chia, è la grande prova della associazione di fronte alle sfide (complesse) che ci impone la realtà che viviamo... (a partire dall'Assemblea di Napoli fino alla prossima A. Straordinaria e oltre...); sono certo che tutti, nel CD e nel corpo associativo, siamo consapevoli di questo, e siamo pronti a dare il meglio...

    a presto
    Massimo Porcedda

    RispondiElimina
  7. Per chiudere il confronto: AIAP è nata nel 1945...

    RispondiElimina
  8. carissimo...

    sì, per chiudere...
    va bene che esprimi voglia di bacchettarmi... :-)

    però era evidente che mi riferissi all'AIAP dell'era recente', e non agli 'albori'...
    – – –
    "Nata nel 1945 all'interno della Fip come Atap (Associazione Tecnici e Artisti Pubblicitari) ...
    - - -
    "Nel 1955 si trasforma in Aiap (acronimo che resterà invariato nel corso degli anni, e che in origine stava a significare Associazione Italiana Artisti Pubblicitari)"

    cfr. http://aiap.it/documenti/8036/71

    ecc, ecc.

    ti prego... ;-(

    ciao_Massimo

    RispondiElimina
  9. Be' visto che ci tuffiamo nella storia: lo statuto che ha modificato profondamente l'associazione e che ha ridefinito anche le categorie di adesione all'A. è del 1994.

    Già nell'annuario del 1992 Cristina Chiappini e Daniela Piscitelli risultavano soci junior.

    In effetti, quell'anno, nel Lazio sono indicati ben 49 soci junior.

    Penso che la grande maggioranza siano studenti dello Ied di Roma o giovani che parteciparono a quegli Incontri sulla grafica e la comunicazione visiva che organizzammo a Roma con Carla Cacianti e Gualtiero Tonna a cavallo tra il 1989 e il 1990. Non fu quindi una iscrizione d'ufficio o infornata come dice Guida.

    Le formalità di iscrizione non le ricordo. Erano studenti ma precedentemente alla riforma dello statuto del 1994 non mi risulta la categoria Socio studente e non c'è traccia di questa categoria negli annuari quindi è possibile che si usasse a quei tempi una generica categoria 'junior'. Ma forse sbaglio o qualcuno ricorda meglio di me.

    Francesco chiede a Massimo: "come giudichi questo comportamento" (quello di aver iscritto xx persone d'ufficio, dice lui); io fossi a lui lascerei perdere perché al di la della puntigliosità e voglia di far polemica è fin troppo chiaro che non ha informazioni precise. Mi ripeto: chi lo dice che siano state "iscrizioni d'ufficio"? perché la definisce "infornata"?

    E comunque volendo essere un po' scherzoso e iscrivermi anche io alla coppa 'battuté' potreio dire che chi allora si occupò di questo aspetto fu più bravo di chi lo ha fatto ora (49 contro tre e senza lo zio Sam).

    Ho trovato un vecchio statuto. Fascicoletto di 12 pagine più copertina argento senza anno di edizione ma dato che nelle prime righe dice "E' da 38 anni che l'Aiap - Associazione italiana creativi comunicazione Visiva – valorizza..." presumo sia del 1983.

    Credo sia proprio lo statuto mutato poi nel 1994. Non c'è traccia di juniores né di studenti.

    Comunque cercando queste cose è spuntato fuori il supplemento al n. 2 di "Notizie Aiap", novembre 1994, che sotto il titolo "La nuova configurazione Aiap" fu pubblicato in occasione della nuova ridefinizione statutaria e raccoglieva documenti, interventi, nuovo statuto, regolamenti.

    Un utile fascicolo che varrebbe la pena di riprodurre per capire un po' meglio da quali spinte, discussioni o 'riflessioni' è nata l'Aiap così come è oggi.

    Ancora oggi, mi sembra, possa essere la traccia per una discussione o 'riflessione' sul ruolo di Aiap e professione.

    In quel fascicolo era pubblicato, tra gli altri, il testo di Giovanni Lussu "Decalogo per la ridefinizione" che conteneva la nota mappa dal titolo "Lo spazio della grafica" e che è stato in parte riproposto nella guida agli onorari del 2007 con un testo di aggiornamento di Giovanni.

    "...la vaga e dannosa idea diffusa di creatività ...lo sbilanciamento verso l'espressione artistica ...la complessià dei processi produttivi e la necessità dell'interdisciplinarità ...la conoscenza": citati in modo molto informale sono alcuni dei punti ai quali seppur brevemente accenna, nel 2007, Giovanni Lussu.

    Contemporaneamente alla ridefinizione delle regole alle quali ci accingiamo sarebbe opportuno un ragionamento più ampio.


    Alberto Lecaldano

    RispondiElimina